Il genio artistico italiano dopo un lungo percorso in giro per l'Asia fa ritorno a Roma. Dall'11 febbraio al 13 aprile difatti la rassegna espositiva che ha attratto visitatori da tutta l'Asia orientale e che ha portato alla ribalta la dimensione artistica italiana contemporanea fa ritorno in Italia.
La mostra si tiene negli spazi espositivi del Macro Future, promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione, Sovraintendenza ai Beni Culturali, che ha aderito con entusiasmo all’invito di mostrare al pubblico italiano quanto è stato ammirato all’estero.
Dopo il successo di visibilità consolidato fra Hanoi, Singapore, Seul, Tokyo, Taipei e New Delhi, la rassegna Italian Genius Now, curata da Marco Bazzini, prodotta dal Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato con il contributo della Regione Toscana, ripresenta agli occhi del pubblico italiano l'originalità di un format che ha unito in vincente combinazione le sperimentazioni di artisti, designer, fotografi, architetti in un crescendo espressivo di forme, utilizzi e colori che hanno attratto per originalità d'accostamenti il pubblico asiatico.
Il concept della rassegna parte dalla valorizzazione del made in italy fino alla creazione di un ponte artistico ed espressivo aperto all'interazione comunicativa con i propri interlocutori, quasi a rivendicare un orgoglio per la produzione italiana che non vuole essere mero patriottismo artistico, quanto consapevole matrice di un'identità e sensibilità forte ma aperta al confronto e all'arricchimento reciproco. E' su questi toni che la rassegna è stata presentata nelle capitali asiatiche ottenendo un grande riscontro in termini di affluenza, interesse e curiosità.
La mostra nasce secondo un modello operativo che il Centro Pecci sta cercando di portare avanti operando con criteri non soltanto culturali ed estetici ma anche mutuati dal mondo produttivo, quali efficacia, efficienza e razionalizzazione delle risorse.
Basti pensare a tal proposito ad uno dei percorsi proposti che, dalla Vespa GS150 di Corradino D'Ascanio per Piaggio, approda al design moderno di Marcello Nizzoli e allo sperimentalismo applicativo di Achille Castiglioni o ancora fa tappa alla sperimentazione spaziale di Paolo Scheggi.
Un crescendo che di certo non ha lasciato indifferenti pubblici già avvezzi all'impatto creativo italiano come i giapponesi ma che sicuramente ha profondamente stimolato la curiosità di coreani e cinesi, ultimamente appassionati e coinvolti nello studio del design e della creatività nostrana, soprattutto in una chiave meno "astratta" e fortemente applicativa o perlomeno in una dimensione in cui la teoria creativa trova forma e spessore in un climax, se vogliamo, utilitaristico.
Una riflessione, quella sul pragmatismo creativo tanto amato dal pubblico soprattutto coreano e cinese, che potrebbe lasciare sconcertate le anime più libere della tradizione artistica italiana e che in qualche modo potrebbe sbigottire i visionari e i sostenitori di una creatività che deve essere prima di tutto sensazione ed espressione. Il progetto del Centro Pecci, però, sembra aver colto pienamente "il bisogno di consistenza, accostato all'attrazione estetica" ricercata dal pubblico asiatico nella produzione italiana. Un Made in Italy che non sia solo industriale e patriottico ma soprattutto inimitabile, per origine creativa ed impatto applicativo della medesime nel mondo del design, dell'architettura e veicolato dall'espressività artistica della pittura.
Il percorso del design delineato nella rassegna lascia spazio perciò anche a tappe più conosciute e recenti, come l'accostamento di forme sperimentato negli ultimi anni da Alessi per opera di Stefano Giovannoni fino ad approdare ad una tappa quasi d'avanguardia molto piaciuta soprattutto al pubblico di New Delhi e di Beijing, ovvero la presentazione dell'ultimo modello di scooter della Piaggio con due ruote anteriori e una posteriore.
A Roma la rassegna testimonierà le chiave di promozione che ha in un certo modo fatto riflettere e valorizzato la creatività italiana e sicuramente farà da punto di partenza per una riflessione che dovrà coinvolgere concretamente menti artistiche e centri di produzione e valorizzazione nella pianificazione di un progetto globale di rilancio che sappia approdare con consistenza e rinnovata appetibilità sui mercati internazionali.
Paolo Cacciato